Un evento nel ricordo di Eliana Zajec, docente di fisarmonica scomparsa recentemente, personaggio indimenticabile, che ha contribuito all’entrata dell’insegnamento della fisarmonica nel Conservatorio. Sabato 21 maggio, a Trieste, è in programma un duplice appuntamento dedicato alla didattica per fisarmonica: alle 10.30, al Conservatorio Giuseppe Tartini, un incontro con l’intervento di illustri “testimonial” di questo strumento, come Sergio Scappini, titolare della prima cattedra di fisarmonica in Italia al Rossini di Pesaro e adesso docente al Verdi di Milano, ma anche fisarmonicisti triestini, quali Corrado Rojac, concertista e docente nello Tartini, e Fulvijo Jurinčič, docente alla Glasbena Matica.
Corrado Rojac
Nel pomeriggio, alle 15, numerosi allievi di diverse scuole di fisarmonica si esibiranno in Sala Tartini in un concerto che desidera presentare i futuri protagonisti di questa realtà musicale. In mattinata, sulla “Didattica per fisarmonica: esperienze, riflessioni, proposte” si confronteranno Patrizia Angeloni, presidente NuovoCdmi Ancona, Gianni Fassetta, Associazione Fa Diesis, Pordenone; Mirko Ferlan, Centro Sloveno di Educazione Musicale “Emil Komel”, Gorizia; Fulvijo Jurinčič, Centro Musicale Sloveno “Glasbena Matica”, Trieste; Aleksander Lesar, Scuola di Musica “Amarilis”, Lubiana; Massimo Pividori, Gruppo Fisarmonicisti Tarcento. Un ricordo di Eliana Zajec sarà portato dal didatta e concertista Sergio Scappini. E alle 15 spazio alla musica con “Concertando insieme”, protagonisti gli studenti delle Scuole di fisarmonica che partecipano alla Biennale “Eliana Zajec” 2022. Si esibiranno Filip Kalc, Laboratorio Didattico C. Rojac, Gabriele Emili, Conservatorio Tartini, Aljaž Zajc, Scuola di Musica Amarilis, Gianni Passon, Gruppo Fisarmonicisti Tarcento, Andrea Magris, Associazione Fa Diesis, Miha Bužinel, Centro Sloveno Ed. Mus. Komel, Allen Micoli, Centro Musicale Sloveno Glasbena Matica, Valentino Novelli, Gruppo Fisarmonicisti Tarcento, Lucia Comelli, Gruppo Fisarmonicisti Tarcento, Andrea Nassivera, Conservatorio Tomadini, Ludovica Borsatti, Conservatorio Tartini, Stefan Projović, Conservatorio Tartini, Ilaria Prelaz, Ludovica Borsatti, Conservatorio Tartini. L’entrata è libera, info conts.it
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In copertina, Eliana Zajec docente di fisarmonica, scomparsa recentemente, cui è dedicato l’evento al Tartini.
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“Le Troiane”, prove aperte
all’Università di Trieste
In corso all’Università di Trieste ancora per tutta la giornata odierna, giovedì 19 maggio (con orario 10-12 e 15-18), il seminario tenuto dalla regista e drammaturga Marcela Serli, incentrato su una lettura critico-drammaturgica del testo delle Troiane di Euripide. Collaborazione e interventi di Marcella Farioli (classicista) e Paolo Quazzolo (storico del teatro), oltre alla presenza del cast dello spettacolo “Troiane, la guerra e i maschi. Una re-visione necessaria” che l’attrice, drammaturga e regista triestina sta preparando per la Campania Teatro Festival (debutto 1 e 2 luglio), e di cui il Centro interdipartimentale di ricerca dell’Università triestina è partner. Un progetto nato nell’ambito del progetto “Glab: declinare la creatività” (Bando Creatività della Regione Fvg) dell’Ateneo giuliano, di cui la professoressa Sergia Adamo è responsabile scientifica per conto del Centro interdipartimentale di ricerca per gli studi di genere. “Le Troiane, la Guerra e i Maschi” è una riscrittura della tragedia di Euripide, coprodotto da Teatro Nazionale di Genova, Teatro della Tosse, Teatro Nazionale sloveno di Nova Gorica, con la collaborazione di Olinda e del Centro di Studi di Genere dell’Università di Trieste. Lo spettacolo ha come protagonista Eva Robin’s e alcune altre attrici di Atopos, la compagine fondata nel 2010 da Marcela Serli, prima compagnia in Europa formata da persone di generi diversi, che torna quest’anno allargandosi all’intersezionalità e al transfemminismo. «Quando abbiamo deciso di mettere in scena Le Troiane non potevamo prevedere che il mondo che conoscevamo sarebbe diventato altro – spiega Marcela Serli. Avevamo pronto un discorso femminista sulla narrazione stereotipata delle donne nelle tragedie. Poi la guerra è arrivata qui vicino e, a quel punto, mettere in scena Le Troiane è diventato un doppio atto di coraggio: parlare di guerra ora e farlo con attrici i cui corpi politici sfuggono alle norme e ai canoni della società occidentale. Le Troiane, la Guerra e i Maschi nasce come un tentativo tragicomico, quasi maldestro, per riflettere sul potere patriarcale e sulla sua pervasività nella rappresentazione del femminile. Le Troiane sono in attesa in un non luogo (atopos). Donne, oggetti tra i detriti lasciati dalla guerra dei maschi».